"L'arte ci educhi al bello e la bellezza sappia renderci persone migliori"
La sala del refettorio con gli affreschi di Padre Andrea Pozzo
La Stanza delle Rovine decorata da Charles-Louis Clérisseau
Chicche d’arte nel cuore di Roma: anamorfosi ed altre
meraviglie al Convento dei Minimi.
di Eleonora
C. Amato
La prima qualità dell’Arte è l’illusione.
(Gustave
Flaubert)
L’anamorfosi è un particolare artificio ottico
mediante il quale è possibile, attraverso sapienti e articolati giochi
prospettici, rappresentare la realtà che muta nell’aspetto e nella forma, sotto
gli occhi dello spettatore, a seconda del punto di vista da cui guarda,
destando meraviglia e stupore.
Alcuni esempi di anamorfosi sono noti già a partire
dalla fine del XV secolo, ma la stagione di maggior successo si ha tra il XVI e
il XVII secolo, momento in cui le arti figurative sono uno dei campi di
battaglia nello scontro tra protestanti e cattolici. Se per i seguaci di Lutero
la rappresentazione del sacro costituisce un abuso strumentale e inammissibile,
per la Chiesa romana l’arte è un mezzo ideale per evangelizzare le masse.
Infatti l’anamorfosi non è un inganno fine a sé stesso, ma rappresenta
uno strumento retorico della comunicazione visiva, nonché un efficace mezzo di
persuasione, capace di cogliere le pulsioni di un rinnovato fervore religioso. Può
considerarsi un inganno - metafora che seduce l’occhio e persuade
lo spirito inducendo il fedele ad interrogarsi sull’immagine che osserva, recuperandone
la sua valenza simbolica.
La Capitale pullula di importanti testimonianze in questa direzione,
alcune sotto gli occhi di tutti, altre nascoste all’interno di luoghi il cui
accesso è ancora privilegio di pochi.
Emmanuel Maignan, anamorfosi di San Francesco di Paola in preghiera
E’ il caso del Convento dei Minimi arroccato sul
Pincio, proprio sopra la scalinata di Trinità dei Monti. Fondato da Francesco
di Paola nel 1494 fu considerato nel tempo non solo un vero e proprio centro di
studio e di ricerca per fisici, teologi, astronomi, botanici e matematici, ma
soprattutto un prezioso scrigno di tesori d’arte.
Oltre alle bellissime pitture dedicate alla vita del Santo fondatore
ed alla galleria di ritratti dei re di Francia visibili all’interno del
chiosco, di particolare effetto scenografico si rivelano la meridiana
catottrica, che copre la volta di uno dei due corridoi al piano superiore, e gli
affreschi dai mirabili artifici illusionistici del refettorio, realizzati nel
1694 da Andrea Pozzo, raffiguranti Le Nozze di Cana.
Ma a farla da padrone senza alcun dubbio due
importanti esempi di anamorfosi, ad opera dei religiosi Emmanuel Maignan e Jean
François Nicéron, autori rispettivamente del San Francesco di Paola in preghiera e del San Giovanni Evangelista che scrive l’Apocalisse.
Le due opere, realizzate nel 1642, si estendono per diversi metri sulle
lunghe pareti dei corridoi del primo piano offrendo allo spettatore la
possibilità di vivere una esperienza sensoriale davvero insolita. Se osservate
frontalmente esse rappresentano dei paesaggi naturali, legati alle vicende
storiche dei due personaggi e riconducibili, per le loro caratteristiche, l’uno
alle coste di Calabria e Sicilia, in riferimento al momento miracoloso in cui San
Francesco di Paola camminò sulle acque dello Stretto di Messina, e l’altro
all’Isola egea di Patmos, dove San Giovanni trascorse parte della sua vita in
esilio. Avanzando, passo dopo passo, e seguendo una prospettiva non più
frontale ma trasversale, ecco svelato l’arcano: l’immagine naturalistica muta
sotto gli occhi attoniti di chi guarda restituendo alla vista
l’immagine segreta, nascosta dietro ai paesaggi, ovvero quella di un imponente
San Francesco di Paola in preghiera e quella di un solenne San Giovanni
ritratto nell’atto di scrivere l’Apocalisse.
I sensi dunque sono ingannati da una realtà che,
solo apparentemente, è trasparente alla comprensione, ma che nei fatti nasconde
una verità da scoprire attraverso la “vera via”, che simbolicamente si colloca,
come Dio, al di là del visibile.
17.04.2021
Jean
François Nicéron, anamorfosi di
San Giovanni Evangelista che scrive l’Apocalisse